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Arrivo:

Dislivello:

Itinerario:

Totale: 2h 30min

Lunghezza:

T2 - Escursione di montagna (secondo la scala del CAS)
Sentiero con tracciato evidente e salite regolari Se segnalato secondo norme FSS: bianco-rosso-bianco. Terreno talvolta ripido, pericolo di cadute esposte non escluso.
Requisiti: passo sicuro, scarponcini da trekking consigliati. Capacità elementari d'orientamento.

DESCRIZIONE

Oggi partiamo alla scoperta delle rovine del Castello di Serravalle, che incontreremo al termine dell'escursione.

Il nostro punto di partenza è a Malvaglia, verso la Piazza d'Arm (nei pressi della chiesa di Sant Antonio). Qui dobbiamo attraversare la strada cantonale (purtroppo non ci sono passaggi pedonali) e il fiume Brenno.

Arrivati dall'altra parte della valle, iniziamo a salire lungo un bel sentiero situato tra due muri in pietra. Al bivio andiamo a destra in direzione Ludiano. Qui proseguiamo verso Selva Piana, che raggiungiamo dopo mezz'ora circa.

Selva Piana, malgrado - o proprio per questo - sia ormai quasi completamente abbandonata, è impressionante: le case in rovina sono grandi, alte diversi piani. Il contrasto con i piccoli rustici diroccati che possiamo incontrare ovunque in Ticino è forte.

Ciò significa solo una cosa: questo nucleo era all'epoca un vero e proprio villaggio. Pare addirittura che nel Medioevo Selva Piana fosse uno dei paesi più importanti dell'intera valle. All'inizio del XXesimo secolo vi vivevano 300 persone, a quanto si dice.

Il nostro itinerario prosegue verso Navone, la Cima Coppi della nostra escursione. Iniziamo quindi la discesa verso Semione. Attraversiamo un paesaggio terrazzato sorretto da muretti a secco. Questi terrazzamenti sono oggi invasi dal bosco, ma erano coltivati fino in tempi recenti

Proseguiamo passando letteralmente sotto e tra i vigneti (vedi foto). Ancora pochi minuti e siamo a Semione. Le grandi case sono la testimonianza del passato migratorio del villaggio (questi edifici furono costruiti da emigranti che fecero fortuna e tornarono in patria).

Dopo pochi minuti arriviamo alle rovine del Castello di Serravalle. Questa fortificazione era ovviamente utilizzata per controllare i commerci che transitavano attraverso il Lucomagno. Ancora un quarto d'ora ed eccoci a Malvaglia, il nostro punto di partenza.

Il Castello di Serravalle

La Buzza di Biasca

L'espressione Buzza di Biasca viene utilizzata per indicare una enorme frana che scese dal Monte Crenone il 30 settembre 1513. Il materiale ostruì completamente la valle, lo sbarramento raggiunse un'altezza di 60 metri.

A nord della "diga" si formò un lago che raggiunse ben presto Malvaglia. Il paese fu sommerso, solo il campanile emergeva dalle acque.

Il 20 maggio 1515 la diga cedette, provocando una enorme ondata di acqua e detriti, una alluvione insomma, che in dialetto viene appunto definita "buzza". Tutti i ponti sul fiume Ticino tra Biasca e il Lago Maggiore vennero spazzati via. Centinaia furono i morti.